Come e perché la crisi dei chip ha condizionato il mercato dell’auto!
Per quanto indirettamente, siamo sempre a contatto con il mercato dell’auto e le sue evoluzioni o cambiamenti. E poi c’è stata la pandemia che ha cambiato tante cose. Dalle nostre abitudini o aspettative, alle nostre priorità ed ovviamente sono cambiate le produzioni e le richieste per il mercato automotive. Poi abbiamo assistito alla crisi nella crisi.
Chi di voi non ha sentito parlare della crisi dei chip? Un problema che ha condizionato tutte le case produttrici mondiali con fortissime ripercussioni sull’utente finale. La situazione continua ad essere complessa, ma, condividendo con voi gli approfondimenti dell’articolo di motor1.com, proviamo a fare chiarezza.
Mercato dell’auto e lockdown: vediamo da dove siamo partiti
“Tra le cause di quello che gli anglosassoni chiamano chip crunch c’è proprio la pandemia. E non solo per i riflessi sulla produzione, con la chiusura di alcuni stabilimenti a causa del lockdown. Nel 2020 le persone sono state costrette a restare a casa per contenere i rischi di contagio e come conseguenza hanno avviato l’acquisto in massa di dispositivi elettronici.
Computer per lo smart working e la didattica a distanza, ma anche consolle e altri oggetti di svago. Tutti accomunati dalla presenza di chip, elementi imprescindibili per il funzionamento di qualsiasi gingillo tecnologico. Una sorta di “effetto lievito”, che i panificatori da lockdown hanno ben sperimentato nei supermercati, ma su scala globale.
Questo aumento della domanda registrato lo scorso anno non era stato previsto dalle aziende produttrici, che anzi, temevano che la domanda sarebbe calata. Alla fonte di tutto, quindi, c’è stato un riassestamento con un ridimensionamento dell’offerta, dovuto da una parte alla inevitabile chiusura di alcune fabbriche per i rischi sanitari e dall’altra da una scelta ponderata su previsioni di domanda sbagliate, proprio mentre la richiesta subiva un incremento. L’effetto è stato enorme.”
Settore automotive
“Il mondo dell’automobile ha subito le ripercussioni più evidenti della crisi dei chip. Altri settori, come quello dell’elettronica di consumo, hanno retto meglio il colpo. Perché?
Tutte le principali aziende produttrici (Intel a parte), spesso con sede in Asia, di fronte all’aumento della domanda dei produttori di dispositivi elettronici e alla contrazione delle richieste dei costruttori di auto a inizio pandemia, hanno preferito accontentare i primi a discapito dei secondi, che oltre a dover affrontare una generale riduzione delle quantità disponibili si sono trovati in una posizione di secondo piano rispetto ad altre realtà. Acuendo il problema.
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La reazione delle Case
Un’auto moderna ha quasi più bisogno di chip e semiconduttori che di benzina. Sensori, infotainment, connessioni varie, Gps, strumentazione digitale, centraline per i climatizzatori, per i sedili con massaggio, per gli assistenti alla guida e la sicurezza: i dispositivi a bordo di una vettura che hanno bisogno del loro piccolo “cervello elettronico” non si contano più.”
Una riconversione complessa
“Di fronte alla gravità della crisi – in Europa l’industria dell’auto pesa per quasi il 40% sulla domanda totale dei chip del Vecchio Continente – però, le contromisure in atto non sono sufficienti e i tempi di attesa salgono anche del 50%, arrivando in alcuni casi a 6 o 8 mesi.
È una situazione insostenibile, che non può risolversi nel breve termine. La riconversione del settore per rispondere alla crescente domanda è complicata proprio per la complessità produttiva dei chip e per la presenza di diversi standard, molti dei quali non rispondono alle esigenze del mondo dell’auto. Eppure, a fronte di quello che è uno dei peggiori incubi che le quattro ruote stanno vivendo, si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel.”
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Prospettive per il 2022
“La situazione è ancora estremamente complessa. Le Case continueranno a doversi scontrare con la difficoltà di approvvigionamento dei chip e la produzione sarà rallentata ancora per diversi mesi…” (fonte Motor1.com)
Conclusioni
Le difficoltà incontrate nella produzione del nuovo hanno fatto sì che l’auto usata acquistasse – paradossalmente – un maggior valore. I nostri dealers sono consapevoli delle difficoltà che il mercato sta incontrando e, nella fase di acquisto sono sempre molto attenti nel consigliare al meglio il cliente; nel completare l’acquisto di un auto usata inserendo le garanzie più adatte per età dell’auto, chilometraggio o tipologia del bene acquistato.