La nuova era per la distribuzione. Scompaiono i modelli dalle vetrine per far posto a nuovi scenari digitali.
“Non aspettatevi showroom tradizionali. Potrebbero, piuttosto, sembrare concessionarie del “futuro”: sono spazi pronti ad offrire un’esperienza inedita all’automobilista, puntando a mettere in salvo chi tra diesel e benzina, auto autonome, elettriche, a noleggio o di proprietà, non sa più che pesci prendere. L’argomento preferito è la mobilità 4.0. E spesso varcando la soglia – a parte qualche modello di rappresentanza le auto neanche sono esposte: obiettivo? Far capire innanzitutto le nuove regole del “gioco”. Partiamo da Milano. Qui i cinosvedesi di Volvo con il loro “Studio” da qualche tempo ribadiscono il nuovo know how del marchio: non sono solo più costruttori, ma fornitori di servizi.
E l’auto elettrica la ricaricherà il robot
Tra conferenze, schermi digitali ed expert, ogni giorno accolgono i curiosi, sviscerando temi sulla città e approfondendo le novità nella gamma: aiutano così i guidatori ad affrontare le difficoltà quotidiane, dai varchi Ztl all’autonomia chilometrica, offrendo tutte le soluzioni disponibili sia per aziende che privati. Una forma evoluta di customer experience, immediata quanto basta per diventare anche calamita di turisti durante le settimane di punta della moda o del design. Zona: Bosco Verticale.Un po’ quello che ha fatto Mazda qualche anno fa, quando mise in piedi l’idea di conquistare l’Europa e trasmettere il proprio concetto di automobile nel vecchio continente. Dopo aver rinunciato a Roma troppo caotica dal punto di vista burocratico e farraginosa per portare a termine gli obiettivi in tempi brevi i giapponesi scelsero Barcellona per l’approdo del primo Mazda Space.
Non è una novità, del resto, che sia una delle città maggiormente in fermento tra le capitali europee. Concepito come esperienza museale, anche questo spazio non aveva niente a che fare con il classico showroom, piuttosto come meta di eventi, dibattiti e punto di incontro tra gli addetti ai lavori e gli appassionati delle quattro ruote: un esperimento che in quattro anni è riuscito ad ospitare 220 serate e oltre 215 mila visitatori, molti dei quali sono poi diventati clienti. Anche Seat, alla luce di questa tendenza di marketing sempre più consolidata, non si è fatta sfuggire l’occasione di creare un hub esperienziale tutto suo: tra Paseo de Gracia e Avenida Diagonal, per un totale di 2.600 mq distribuiti su quattro piani, sempre a Barcellona, ha preso posizione tra luoghi emblematici come Casa Batllò, Casa Milà e Casa Fuster. A quasi 70 anni di età, l’azienda oggi sente di poter creare un punto di riferimento per i trend, dalla cultura al design, dalla tecnologia alla ristorazione. Il tutto promuovendo e potenziando il talento di creatori emergenti e consolidati. “Si tratta di uno spazio personalizzato, in un luogo emblematico, dove connettere tecnologia e cultura urbana. Inviteremo comunità creative e imprenditoriali per generare uno scambio di idee e promuovere progetti. Vogliamo creare tutti insieme la mobilità del domani”, afferma Gabriele Palma, direttore di Casa Seat. Un concept, dunque, in cui il marchio potrà mostrare la sua visione sul futuro integrando le ultime tecnologie e offrendo al cliente un’esperienza di prodotto inedita per la sua storia.
Diverso è l’approccio di Audi, esclusivamente premium. Negli Audi City, diffusi ora in tutta Europa, i tedeschi hanno fondato veri e propri laboratori di innovazione ad personam: “cyberstore” interattivi in cui presentare l’intera gamma e con cui unire il concetto di esposizione all’innovazione digitale. Missione: un servizio di consulenza specifico di alto livello.Viene da chiedersi: che le concessionarie tradizionali stiano sparendo? Certo è che i dealer ormai non sono più l’unico canale di distribuzione. Il sistema del noleggio già oggi trasferisce al mercato più di un’auto ogni quattro. L’offerta di car sharing e derivati genera una pressione competitiva prima inesistente. E il tutto consolida una sola grande verità: il disorientamento dei clienti, che rallenta gli acquisti.Ecco, dunque, che nell’automotive i modi per capire e soddisfare le esigenze degli acquirenti si stanno diversificando. Cogliendo al volo le occasioni in cui sono loro stessi a volerne sapere di più. Il gruppo Volkswagen già 8 anni fa, alle prime forme di evoluzione nella mobilità, aprì a Berlino il concept store Drive: tempio dove ancora oggi tutti i marchi tedeschi (da Porsche a Volkswagen) hanno quotidianamente l’occasione di mostrare gli sviluppi delle loro vetture autonome, dei servizi di carsharing ma anche di tutti i nuovi approcci del settore, che mai avremmo pensato. Un esempio? Dal We Share per la condivisione della vettura al We Deliver per le consegne, fino al We Park per il parcheggio con l’app: un modo per prepararsi alla trasformazione di traffico in città, giusto il tempo di un caffè e un selfie. Con il lusso di apprendere senza invischiarsi troppo.”