Il settore automotive in Italia rappresenta il 10% del PIL e si contraddistingue per le sue eccellenze e specializzazioni produttive ma ha subito fortemente l’impatto della crisi con un calo delle vendite su base mensile superiore all’85%. Se si considerano anche le attività indirette, il fatturato raggiunge i 106 miliardi di euro. Anche nel nostro Paese la componente di spesa in ricerca e sviluppo intra muros è particolarmente rilevante, con un valore degli investimenti di circa 1,7 miliardi di euro, pari al 13,2% della spesa in ricerca e sviluppo nazionale e al 18,8% della spesa dell’industria manifatturiera. Non a caso, la competitività del settore è superiore rispetto a quella del comparto manifatturiero in generale. In particolare, ISTAT stima un indice di competitività pari a 122,7 (fatta 100 la manifattura nel suo complesso). L’Italia non sfugge al paradigma della polarizzazione geografica: la dinamica delle esportazioni, infatti, resta saldamente legata all’Europa. Nel 2019 i Paesi UE hanno assorbito il 67% delle esportazioni italiane del comparto automotive. L’export dei sottosettori della componentistica e della carrozzeria vede il peso dei partner commerciali dell’UE pari a, rispettivamente, il 76% e il 79% nel 2019.
La filiera automotive italiana si posiziona nei segmenti a più elevato valore aggiunto non solo grazie alle eccellenze nella produzione di autoveicoli di alta gamma e di autoveicoli commerciali, ma anche in virtù delle specializzazioni produttive che caratterizzano in particolare i nostri distretti della componentistica. Secondo l’analisi delle matrici input-output internazionali, il 20% circa del valore aggiunto generato dal settore italiano della componentistica viene indirettamente incorporato nei prodotti esportati dagli altri partner commerciali, segnalando una significativa capacità di penetrazione nei mercati internazionali della nostra manifattura.
L’Italia è il Paese che contribuisce maggiormente alla filiera automotive tedesca (che incorpora una quota di valore aggiunto di provenienza italiana pari al 2,4%), anche davanti ai paesi dell’Est Europa. La Germania assorbe il 20% circa del valore aggiunto che i settori manifatturieri italiani destinano alla catena automotive mondiale (filiera nazionale inclusa).
Tra i Paesi europei, l’Italia è quello che subisce gli effetti più negativi della crisi. Il lockdown completo a partire dall’11 marzo ha determinato un crollo nelle vendite su base mensile superiore all’85%, equivalente a oltre 165mila unità, che ha raggiunto in aprile quasi il 98%, pari a circa 171mila unità. In due mesi il mercato ha registrato un calo del 18% rispetto al totale delle auto vendute in tutto il 2019.
(Fonte ey.com)